L'entropia, la fine di tutto.
“L'ultima domanda” di Asimov è il primo racconto di fantascienza che abbia mai letto: una vertigine, un'ansia, una domanda, appunto, da brivido. Sette episodi, il primo dei quali ambientato nel 2061, quando gli uomini cominciano a chiedersi cosa succederà quando tutto sarà finito, quando l'energia si sarà esaurita. C'è un modo per invertire l'entropia? Possiamo evitare che tutto prima o poi si “scarichi”, che le stelle muoiano, che tutto vada incontro alla dissoluzione, al naturale disordine? La risposta viene cercata in un computer, Multivac (AC sono le iniziali di calcolatore analogico), che tuttavia si scopre incapace di fornire una risposta. I millenni passano, gli uomini si fanno sempre più simili agli dei, diventano immortali, sono ormai capaci di liberare la mente dal corpo, e arrivano addirittura a fondersi con l'AC cosmico, discendente di Multivac. Solo dopo la morte termica dell'universo, il grande calcolatore scopre la risposta, ma ormai non c'è più nessuno a cui poterla riferire, quindi si limita semplicemente ad attuarla: inverte l'entropia, crea un nuovo universo e, soprattutto, reintroduce la luce. Il racconto è stato scritto nel 1956, e Asimov ha immaginato un futuro in cui gli uomini arrivano addirittura a fondersi con il computer da loro creato; beh, non si può negare la sua chiaroveggenza, l'attuazione di ciò che ha ipotizzato, l'effettiva condizione di uomini che superano i loro limiti naturali grazie alla tecnologia. Io la ignoravo completamente, comunque documentandomi ho scoperto l'esistenza di uno stile, di una corrente letteraria contemporanea detta “cyberpunk”, che tratta proprio del rapporto fra la tecnologia e l'essere umano, che diventa quasi mostruoso mettendo innesti meccanici nel proprio organismo:il corpo umano cessa di essere naturale, diventa qualcosa di modificabile, soprattutto di tecnologico. Alcuni credono davvero nell'effettivo miglioramento della condizione di vita se ciò si attuasse veramente...beh, questo è altamente discutibile. Non si tratterebbe infatti di inserire qualcosa dall'esterno in grado di salvare la vita alle persone, bensì un tentativo di mettere a disposizione la tecnologia per diventare esseri quasi divini. E, come giustamente si domanda, fra molti millenni, uno dei personaggi di Asimov: “Che m'importa dell'immortalità, se non c'è l'Eternità, il “per sempre” dell'universo?”
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