giovedì 23 aprile 2009

C'é mai qualcosa di completamente negativo??!!

Ho appena avuto un'illuminazione sull'utilità del blog....così, ciacciando un pò nei blog altrui, mi sono accorta di come siano nate delle "amicizie", se così le possiamo chiamare...scambi di opinioni, di pensieri, commenti con frasi di sostegno e di incitamento....io sono sempre stata contraria a parlare della mia vita su un blog che tutti possano leggere, ho sempre pensato che solo l'opinione delle mie amiche, dei miei parenti e del mio ragazzo contassero veramente...ora invece comincio a capire la mia compagna di università, che mi ripete sempre di come il blog l'aiuti a sfogarsi, a capire quello che sta succedendo intorno e dentro di sé, e a conoscere nuove persone...questo "diario" forse non è poi così male.....

giovedì 16 aprile 2009

Quando pian piano tutto si dimentica

Nei giorni delle vacanze pasquali, mentre noi eravamo ad aprire uova di cioccolato, a mangiare colombe, agnelli e chi più ne ha più ne metta, molti, non lontano da noi, “festeggiavano” il giorno di Pasqua in una tendopoli, al freddo, con il terrore che la terra ricominciasse a tremare, e con il vuoto lasciato dalla perdita di amici e parenti.
L'Italia è tutta unita e solidale, si raccolgono cibo, acqua e vestiario, si fanno donazioni...ma quanto a lungo continuerà? Le autorità si recano nelle tendopoli, si fanno accertamenti, tutti i media ci bombardano di notizie...poi pian piano tutto passerà, i giornalisti si stuferanno di parlare dei terremotati e di quel poco che resta nell'Aquila e nei dintorni, e l'Italia dimenticherà...questo succede ogni volta che un cataclisma (basta pensare allo tsunami), un attacco terroristico, una guerra colpiscono la nostra attenzione: inizialmente ci si commuove, si pensa solo a quello, e ogni volta che sfogliamo un quotidiano o accendiamo la televisione interi servizi o intere pagine sono dedicati a quell' EVENTO. E poco dopo, tutto passa, ci si dimentica, si pensa di aver già fatto e dato abbastanza, quando poi chissà per quanto tempo gli abitanti dell'Abruzzo continueranno a vivere sotto una tenda, per non parlare di quella ferita che segnerà per sempre il loro cuore, e che nessuno potrà risanare.

martedì 7 aprile 2009

Una delle mie più grandi passioni


A quattro anni ho cominciato a ballare la danza classica, uno dei sogni coltivato dalla maggior parte delle bambine. O meglio, ho cominciato a fare “gioco danza”, cioè giocavo, sgambettavo un po' e saltavo a tempo di musica. Questo semplice gioco è diventato poi un vero sogno, durato ben undici anni. Ci ho dedicato molta passione, molto entusiasmo, e ho sempre ballato con il cuore. Poi è arrivato il momento della grande scelta: avevamo raggiunto un livello abbastanza buono per poter frequentare un'accademia di danza, e la nostra insegnante aveva programmato tutta la nostra vita: un pomeriggio stretching, il giorno dopo la sbarra, e poi anche la “sbarra a terra”, le punte, e perché no, un po' di danza moderna e contemporanea non avrebbe certo fatto male. Non avrei avuto un attimo di respiro, né un pomeriggio da dedicare a me stessa, e soprattutto alla scuola. Poi mi sentivo la “pecora nera” del gruppo: anche se ho le mie curve e le mie “cosciotte”, sono magra, eppure ero la più grassa del corso, quella a cui bisognava ordinare la “M” come taglia del body, anziché la “S” o addirittura la “XS”, e questo mi veniva sempre fatto pesare... Ci ritrovammo di fronte a quel grande bivio, e a quel punto io non ebbi dubbi: decisi di dedicarmi alla scuola, stanca di tutti quei pomeriggi che dovevo passare in palestra, e di un'insegnante che aveva trasformato la mia passione in un lavoro, e che pretendeva sempre il massimo da noi, senza rendersi conto che eravamo solo delle ragazzine adolescenti, che avevano altri pensieri per la testa, nuovi interessi e problemi. E proprio a causa di questo accanimento, della voglia di trasformarci in prime ballerine, che ho abbandonato lo studio della danza classica. L'anno successivo ho studiato hip hop, e mi ricordo di essermi divertita tanto con le mie amiche. Certo, ero buffissima, dopo così tanti anni di danza classica ero un “paletto” che cercava di ballare uno stile così diverso. Ho incontrato di nuovo le mie ex compagne del corso di danza classica: una ha cercato di entrare alla “Scala” di Milano, poi ha avuto un problema alla gamba che le impedisce di ballare, un'altra fa l'insegnante in una palestra a delle bambine, un'altra ancora ha abbandonato subito dopo me. A sentirle parlare, quest'ultima mi sembrava la più felice e spensierata: lei, come me, mangia quanto vuole, non si fa problemi, e quando ascolta la musica, comincia a danzare, felice, e immagina di trovarsi con il tutù su un palcoscenico, per far vedere alla gente quanto è bello ballare. Non voglio che da questi miei pensieri si possa capire che sono contraria a chi decide di dedicare tutta la sua vita alla danza, assolutamente. E' una passione meravigliosa, e ammiro chi abbia lottato per continuare a coltivarla. Mi auguro solo che questa ragazza che adesso insegna a delle bambine non faccia lo stesso errore della mia insegnante, e che si renda conto che ci sono molte persone che vogliono ballare per il piacere di farlo, e che non hanno nessuna intenzione di diventare “prime ballerine”, ma solo di esprimere con la danza quello che provano e sentono dentro.