
A quattro anni ho cominciato a ballare la danza classica, uno dei sogni coltivato dalla maggior parte delle bambine. O meglio, ho cominciato a fare “gioco danza”, cioè giocavo, sgambettavo un po' e saltavo a tempo di musica. Questo semplice gioco è diventato poi un vero sogno, durato ben undici anni. Ci ho dedicato molta passione, molto entusiasmo, e ho sempre ballato con il cuore. Poi è arrivato il momento della grande scelta: avevamo raggiunto un livello abbastanza buono per poter frequentare un'accademia di danza, e la nostra insegnante aveva programmato tutta la nostra vita: un pomeriggio stretching, il giorno dopo la sbarra, e poi anche la “sbarra a terra”, le punte, e perché no, un po' di danza moderna e contemporanea non avrebbe certo fatto male. Non avrei avuto un attimo di respiro, né un pomeriggio da dedicare a me stessa, e soprattutto alla scuola. Poi mi sentivo la “pecora nera” del gruppo: anche se ho le mie curve e le mie “cosciotte”, sono magra, eppure ero la più grassa del corso, quella a cui bisognava ordinare la “M” come taglia del body, anziché la “S” o addirittura la “XS”, e questo mi veniva sempre fatto pesare... Ci ritrovammo di fronte a quel grande bivio, e a quel punto io non ebbi dubbi: decisi di dedicarmi alla scuola, stanca di tutti quei pomeriggi che dovevo passare in palestra, e di un'insegnante che aveva trasformato la mia passione in un lavoro, e che pretendeva sempre il massimo da noi, senza rendersi conto che eravamo solo delle ragazzine adolescenti, che avevano altri pensieri per la testa, nuovi interessi e problemi. E proprio a causa di questo accanimento, della voglia di trasformarci in prime ballerine, che ho abbandonato lo studio della danza classica. L'anno successivo ho studiato hip hop, e mi ricordo di essermi divertita tanto con le mie amiche. Certo, ero buffissima, dopo così tanti anni di danza classica ero un “paletto” che cercava di ballare uno stile così diverso. Ho incontrato di nuovo le mie ex compagne del corso di danza classica: una ha cercato di entrare alla “Scala” di Milano, poi ha avuto un problema alla gamba che le impedisce di ballare, un'altra fa l'insegnante in una palestra a delle bambine, un'altra ancora ha abbandonato subito dopo me. A sentirle parlare, quest'ultima mi sembrava la più felice e spensierata: lei, come me, mangia quanto vuole, non si fa problemi, e quando ascolta la musica, comincia a danzare, felice, e immagina di trovarsi con il tutù su un palcoscenico, per far vedere alla gente quanto è bello ballare. Non voglio che da questi miei pensieri si possa capire che sono contraria a chi decide di dedicare tutta la sua vita alla danza, assolutamente. E' una passione meravigliosa, e ammiro chi abbia lottato per continuare a coltivarla. Mi auguro solo che questa ragazza che adesso insegna a delle bambine non faccia lo stesso errore della mia insegnante, e che si renda conto che ci sono molte persone che vogliono ballare per il piacere di farlo, e che non hanno nessuna intenzione di diventare “prime ballerine”, ma solo di esprimere con la danza quello che provano e sentono dentro.
1 commento:
Giuli, non ho potuto fare a meno di commentare il tuo post !!
Sono d' accordissimo con te, la danza è sublime quando diventa e resta soprattutto una passione che entra a far parte della tua vita, senza mai travolgerla, ma anzi arricchendola!!!
Anch'io ero quella col body M o L, col collo del piede più rigido di tutte, con O possibilità di diventare una ballerina professionista, ma anche O voglia !! All'inizio ho incontrato difficoltà, crisi esistenziali, anche perchè la mia maestra, con cui sono stata 7 anni, era stata prima ballerina in Ucraina, Kiev, quindi puoi immaginare l' esigenza che aveva......Poi ho cominciato a vedere la luce, gli anni sono volati,non facevo 30 fueteè ma 3 piroette sulle punte sì, non ero tipo da variazioni, ma da coeur du ballet sì, non ero forte e tecnica abbastanza come altre ma molto armoniosa nei movimenti, dolce e delicata......Questo ha cominciato a capire e ad apprezzare in me la mia insegnante, ha cominciato a mettermi in risalto in ruoli adatti a me, a indicarmi come modello per la recitazione e l'interpretazione dei ruoli, ci consigliavamo ed incoraggiavamo tutte a vicenda...Mi ha chiesto varie volte negli anni di fare lezione alle piccine, addirittura di creare dei pezzi in cui grandi e piccole potessero collaborare ballando insieme, insomma, un'esperienza bellissima, dalla mia prospettiva, rigorosa, perchè la danza è anche rigore e disciplina, ma molto umana, sobria e passionale !!!
Sono tuttora rimasta molto legata alla mia vecchia scuola, vado spesso a trovarle, l' anno scorso ho partecipato al saggio di fine anno come comparsa, ho fatto dei pezzi alle bimbe, quest'anno invece sarò presente, carica di energia, ad aiutare dietro le quinte, scenografie, vestiti, entrate ed uscite !!!!
Per non parlare delle ragazze nel corso con me, alcune altezzose e desertificate, altre schizoidi ed isteriche, ma per fortuna anche tanta gente in gamba, tra cui una mia grandissima amica che tuttora mi porto appresso in tante avventure!!!
Forze avremmo vissuto esperienze diverse io e te, a partire dal fatto che io sono sempre stata esclusivamente classica nonostante apprezzi moltissimo jazz e contemporaneo, ma certamente abbiamo molte cose in comune, insomma credo che ci capiamo quando parliamo di sforzi, sacrifici, delusioni, ma anche tante, tante emozioni!!!!!
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